Alistair 'Shaylee',

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æ s t r a n g e d ¼
» Posted on 2/1/2012, 14:39





Alistair 'Shaylee'
Il coraggio non è assenza di paura, ma la consapevolezza che ci sono cose più importanti.
Mezzelfo»Cavaliere»♀ , 18»Terre libere
Nickname: æ s t r a n g e d ¼
Terra Natale: Terra della Notte
Parentela: //
Animali: • Un gatto nero di nome Midnight. Ritrovato davanti alle porte del Tempio, l’ha accompagnata praticamente per tutto il suo percorso, dal primo assassinio all’investitura a Cavaliere.
Oggetti Personali: • Una fiaschetta contenente idromele. La trovò in casa della sua prima vittima da quando era diventata un’Assassina e, nonostante le rievochi brutti ricordi, la tiene sempre con sé. Mai dimenticare il proprio passato.
•Un'armatura, la sua unica e sola compagna a proteggerla interamente. La lucida ogni sera e ci è molto affezionata.
• Uno scudo dalla forma articolata, con sopra inciso un drago.
• Un elmo dall'elegante fattura con fasce e vari ghirigori d'oro, che copre la testa anche ai lati.
• Anche se non è propriamente un oggetto, è ugualmente importante per lei: un tatuaggio collocato sul polso sinistro raffigurante la lettera K, munita di ali d'angelo. Se lo fece fare quando conobbe il Cavaliere Kalec, il suo amore.
• Una spada soprannominata Azzurra, per il colore dell’elsa. Le è stata donata prima della sua investitura a Cavaliere.
• Un ciondolo d’onice nera, per ricordare sempre la sua terra natale, la Terra della Notte.
Violenta e sanguinaria? Buona e pacifica? Nemmeno lei lo sa e crede di non riuscire mai a scoprirlo. Il passato da Assassina l’ha resa indubbiamente forte e dal sangue freddo, agile e arguta, attenta a qualunque cosa le capiti intorno e in grado di carpire anche le più sottili informazioni. E’ molto diffidente con le persone che non conosce e tende a studiarle a fondo prima di fare qualche passo falso. Tutti i precedenti omicidi avrebbero dovuto plasmarla insensibile, ma l’emotività è presente in dosi considerevoli nel suo animo. Si commuove con facilità, ride delle cose più assurde con altrettanta leggerezza e adora divertirsi con i suoi amici più cari. Le piace il calore della gente, il fragore delle spade e il rumore in generale, ma apprezza anche qualche momento di tranquillità in solitudine, magari con l’armatura sporca in attesa di essere lucidata. Le viene naturale ascoltare gli altri, sentire quello che hanno da dire e condividere le sue opinioni con gli altri…e non se la cava male con le bugie. E’ capace di raggirare e prendere in giro le persone per ottenere ciò che vuole ma, ora come ora, non lo ritiene un comportamento adatto al suo titolo di Cavaliere; però, se la necessità lo richiede, ritorna con piacere sui suoi passi. Il coraggio non le manca e non c’è battaglia alla quale lei non manchi. E’ apprezzata per la sua costanza e per la sua onestà, sia in campo sia nella vita quotidiana. Nonostante questo è molto logorroica e non conta mai fino a dieci prima di aprire bocca, specialmente quando si è in mezzo ad una battaglia: ha la strana abitudine di parlare da sola mentre si affronta con il nemico, anche mentre riordina la sua stanza all’Accademia; spesso gli allievi la prendono per pazza.
Alistair si presenta come una ragazza dalla carnagione cerea, non molto alta e assai minuta, con muscoli appena percettibili nonostante lunghe ore di allenamento. Lunghi capelli biondi chiaro quasi bianchi le incorniciano il viso rotondo dalle guance leggermente paffute che diventano di un rosso buffo quando fa molto freddo e quando qualcuno le fa un apprezzamento. I grandi occhi azzurri sono la prima cosa che si nota di lei, occhi di un azzurro intenso quasi blu alquanto inquietante, sembrano due profondi abissi pronti a risucchiarti e ad ucciderti con tutta la loro forza. Un nasino rivolto all’insù le dona quell’aria da bambina innocente che la fa sembrare più piccola di quello che è. Le labbra sono molto rosee e carnose, fanno assai contrasto con la pelle bianca latte. La loro forma è insolita, sono allungate con gli angoli rivolti leggermente all’insù, sembra che sorrida sempre. L’unica cosa che ha ereditato dal padre mezzelfo sono le orecchie a punta, sproporzionate rispetto al resto del viso. Sono un misto tra le classiche orecchie umane e quelle elfiche: il risultato sono orecchie abbastanza grandi, non troppo appuntite con il lobo di forma umana, staccato dalla mascella. Il suo fisico non è particolarmente formoso, ricorda per lo più quello di un uomo. Di costituzione magra, le forme da donna non si notano a primo impatto: non possiede molto seno, nemmeno molti fianchi.
Alistair è nata la notte del solstizio d’inverno dall’amore tra una giovane umana e un mezzelfo, sbocciato nella Terra della Notte. Amore, se così si può chiamare. L’unione tra i due era frutto di un matrimonio combinato organizzato nella Terra dei Giorni dalle famiglie, in modo tale da unirle. I figli, seppur controvoglia, si unirono in matrimonio andando a vivere da soli nella Terra della Notte dove, appunto, nacque la bambina. Ma lei non fu ben accetta: il giovane mezzelfo desiderava un maschio che si dedicasse alla vita da soldato e che servisse la patria. Quando nacque, il marito divenne furibondo, incolpando la moglie per averle dato una femmina. Nell’ira, cercò di uccidere sua moglie e la bambina ma, facendo appello a tutte le sue conoscenze magiche, l’umana fece il possibile per tenere lontano l’iracondo marito dalla bambina. Nel tentativo di fuggire, la sfortunata ragazza morì, facendo però in tempo a dare il nome alla neonata: Alistair, “colui che difende gli uomini”. Un nome prettamente maschile ma, sperò la madre, di buon auspicio…
[10 years later]
Alistair fu trovata nel bosco da una banda di briganti…O meglio, da una banda di Assassini. La condussero al Tempio di Thenaar, la convertirono alla loro religione, si fece una bambina dalle forme aggraziate e dinamiche, imparò l’arte del combattimento e la storia del suo dio. Metteva tutta sé stessa in ogni allenamento, sia nel tempio sia negli assassini che la Gilda le ordinava di compiere. Ci prendeva un inquietante gusto, una malsana soddisfazione. Pareva un fantasma quando agiva, nessuno la notava, nessuno la sentiva…Shaylee, ‘fata dei boschi’, così era nota nel Tempio. I boschi più intricati e selvosi erano come casa per la bambina, ci si sapeva orientare alla perfezione, ci si sapeva mimetizzare come un animale selvatico, ci sapeva trovare qualsiasi tipo di erba curativa o velenosa. Era la ragazzina più ambita della Gilda.
[3 years later]
Un altro assassinio da collezionare nella vita di Alistair: nella Terra dei Giorni, un ricco mezzelfo dalla bellissima moglie accusato da un nobile di minacce verso suo figlio, capo dell’esercito di quella Terra. La giovane prese il galoppo e, arrivata a destinazione, non ebbe il coraggio di fare un passo in più: un mezzelfo ormai anziano scrutava con odio due piccoli ragazzini, ricoperti da un’armatura il doppio più grande dei loro corpicini. Una donna bellissima dalle fattezze elfiche gli stava accanto, le lacrime le solcavano il viso. Quella cattiveria che lampeggiava negli occhi di lui le era rimasta impressa nella memoria, quella di suo padre. Sebbene fosse appena una neonata, non l’aveva dimenticata e non l’avrebbe mai fatto. Sapeva alla perfezione cosa aveva fatto a lei e a sua madre, non sapeva bene come, ma lo sapeva per certo. Un grido furioso, le sue piccole ma forzute mani imbrattate di sangue, il suo coltello da lancio conficcato nel petto dell’anziano, gli sguardi attoniti della famiglia stracolmi di terrore puntati su di lei. Le tremavano convulsamente le gambe muscolose, non sapeva come comportarsi e non era da lei, la ragazzina piena di risorse:” Andatevene, vi prego…Dimenticatemi, dimenticate tutto questo scempio!!”. Corse via dalla villa, stravolta da una miriade di pensieri agghiaccianti.
[1 year later]
Vagabonda. Pentita. Vuota. Senza valori. Non aveva più voglia di fare nulla, quell’assassinio l’aveva svuotata di ogni pensiero e sentimento. Non ne volle più sapere niente della Gilda, semplicemente non ci mise più piede, sperando che la dessero per dispersa. Ma dove aveva trovato il coraggio di ucciderlo? Perché le aveva fatto quell’effetto? E perché quell’esitazione? Quante domande contraddittorie le assillavano la mente, e ad ognuna non riusciva a darsi risposta. Un misto di pentimento e vendetta le si scatenava in cuore, non riuscendo a sedarlo. Pensava di non riuscire mai ad uscire da quel periodo nero.
[2 years later]
Era ormai diventata una donna, il fisico e gli atteggiamenti ne erano la prova. Per essere completa, le mancava solo un ragazzo che le stesse accanto, che la facesse sentire la più importante. E lo trovò, nonostante il suo essere un po’ mascolino: un Cavaliere di Drago, Kalec, umano proveniente dalla capitale della Terra del Sole, Makrat. Si conobbero proprio nella sua terra natale, durante i vagabondaggi della ragazza. Tra di loro fu amore a prima vista, un amore che, però, non era destinato a durare. Essendo un Cavaliere, doveva viaggiare, ritornare all’Accademia e svolgere al meglio quello che essa gli comandava. In una notte d’amore, l’uomo le disse che doveva lasciarla, doveva partire per le Terre Ignote. Nonostante il tanto amore per quell’uomo e la preoccupazione che gli succedesse qualcosa, lo lasciò andare a compiere il suo dovere di Cavaliere.
[1 year later]
Di Kalec non si seppe più nulla. Tornò solo il suo drago, che venne riportato all’Accademia in attesa di un nuovo Cavaliere. Alistair non sapeva più che fare, come comportarsi, cosa pensare. Voleva farla finita con tutto e tutti, abbandonarsi alla morte in modo tale da non avere più alcun tipo di problema. Ma quell’istinto rinunciatario non era mai stato presente nel suo animo, combattivo e deciso. Tra innumerevoli conflitti interni ed indecisioni, decise di entrare a far parte dell’Accademia. Questa decisione fu influenzata da molti fattori, per lei davvero importanti: voleva mettersi al servizio del bene, quasi dimenticare il suo passato da Assassina nella Gilda e onorare il coraggio del suo uomo, forse l’unico vero amore del suo vissuto.
[1 year later]
L’armatura ormai non le pesava più. La spada le scendeva lungo il fianco e i lunghi capelli platino le incorniciavano il viso tirato per la tensione. Molta gente la circondava, ma lei guardava alto, verso il trono del Generale che, dopo mesi di sacrifici e duro allenamento, l’avrebbe nominata Cavaliere di Drago. Due semplici gesti, due semplici parole e la gente le era attorno, le dava pacche affettuose e la sollevava, facendola quasi volare. Un grande sorriso tra il soddisfatto e il commosso le colorava il volto ora rilassato. Ora era un Cavaliere. E avrebbe compiuto il suo destino.
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Edited by æ s t r a n g e d ¼ - 7/1/2012, 13:14
 
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æ s t r a n g e d ¼
» Posted on 7/1/2012, 13:10




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Questo tipo di draghi vive principalmente vicino ai grandi laghi e nei pressi del grande mare, ha il corpo più affusolato rispetto agli altri draghi per via dell' ambiente acquatico in cui vive, presenta una cresta che gli percorre la spina dorsale dalla testa fino alla coda, utilizzata come enorme pinna dorsale per spostarsi meglio in acqua, le sue ali sono molto sviluppate, ma vengono utilizzate più per il nuoto che per il volo, si nutre principalmente di grandi quantità di pesce, ma non disdegna neanche piccoli volatili e carcasse di megattere spiaggiate. i suoi artigli sono grandi e ricurvi in modo da aggrapparsi sul fondo marino ed i suoi denti sono corti e seghettati come quelli di uno squalo, presenta un solo paio di corna lisce e scure ed i suoi padiglioni auricolari sono composti da punte cartillaginee palmate. Questa varietà d' acqua ha sviluppato una vescica natatoria in grado di contenere più di 500 litri d' acqua che può rigettare sotto forma di getto ad alta pressione utilizzando la riserva d' aria dei suoi polmoni, ad alti livelli può trapassare un albero secolare da parte a parte.


La povera Alistair non era riuscita a chiudere occhi per tutta la notte. All'alba si sarebbe dovuta svegliare e correre alle scuderie dove alloggiavano i draghi per, finalmente, l'assegnazione del suo. Non riusciva neppure ad immaginarsi in groppa ad una di quelle magnifiche bestie, con la spada levata al cielo come per dire:"Eccomi, cel'ho fatta!". Non desiderava una specie particolare, un carattere ben definito o una grandezza specifica, era solo...dannatamente curiosa. Ormai impaziente, si alzò di scatto e si infilò la cotta di maglia con Azzurra appesa alla cintola e, in netto anticipo, si fiondò giù alle stalle. Dire che non ne poteva più era proprio dire poco. Con sua grande sorpresa, trovò già un ragazzino sui dieci anni ad aspettarla "Alistair?" chiese quasi sospettoso, quadrandola dall'alto al basso "Ma che ha da dubitare questo piccoletto?!" "Sì, in persona" rispose quasi con voce seccata. Il biondino la guardò con uno sguardo felice, ma con una punta di...compassione "Attendevo il suo arrivo...La prego di seguirmi..." il giovane si incamminò con un passo piuttosto svelto, ma Alistair non fece alcuno sforzo per stargli dietro. Perchè l'aveva guardata in quel modo? Che cosa le sarebbe aspettato? Ad un tratto, il più ovvio dei dubbi che non l'aveva ancora divorata iniziò a vagarle per la mente, la trapassò da parte a parte come una lama incandescente "No, non è possibile, non può essere vero..." Quando il ragazzino si fermò davanti ad una porta molto più grande delle altre, non riuscì a trattenere un'esclamazione di stupore misto a gioia e commozione. Aprì lentamente la porta, con la mano tremante e le gambe che a stento la reggevano. Un enorme drago blu la fissava con i suoi profondi occhi color turchese e, appena la vide, aprì le immense ali "...Ehm...Immagino che lei conosca già la creatura..." L'inserviente si fece avanti, le guance colorate da un evidente rossore. La ragazza non riuscì a trattenere una lacrima "Miremel, la dragonessa Blu del Cavaliere Kalec" "Nonchè del mio defunto amato." Pensò infine con una stretta la cuore che il ragazzo sembrò percepire, rispondendole con un sorriso imbarazzato "Grazie, piccolo. Altro che piccolo, guardati, sei un uomo! Vai pure, se vuoi." Lo congedò con un tenero bacio sulla guancia, aumentandone notevolmente il rossore "G-grazie, Alis-s-stair..." Corse via con un fulmine, già gridando il nome della mamma. Con un sorriso, piantò finalmente i suoi occhi blu in quelli turchese della dragonessa, che aveva il muso ad un metro dal suo copro. Appena si guardarono, tra i due scoccò la scintilla perfetta: un sentimento doloroso, ma comprensivo e incoraggiante, piena di energia. L'alito caldo della creatura le scompigliò la chioma platino e, senza nemmeno accorgersene, si ritrovò con il grande muso tra le braccia e gli occhi pieni di lacrime.

 
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